Domande e Risposte

Il Parere del Medico di Famiglia

Buongiorno Prof Ermini,
venti anni fa, con la gravidanza, le mie gambe si sono riempite di varici e venette scure. Dopo due anni, vedendo che non si riassorbivano, mi sono rivolta al mio medico che ha esordito "voi donne volete tutte avere le gambe belle, non faccia niente che peggiorerebbe le cose".
Sono tornata a casa un po' umiliata. Mi ero sentita sciocca. Ma dopo altri tre anni, al mare, vergognandomi a mettermi in costume, ho pensato di cercare da sola dove poter risolvere il problema. Ho fatto una visita, mi hanno chiesto di fare un doppler che non ha evidenziato nessuna anomalia dei flussi, ma solo un diametro della safena più ampio del normale.
Presentando la risposta del doppler mi son vista chiedere l'impegnativa del mio medico per intervenire. Sapendo cosa ne pensava il mio medico, ho desistito. Oggi, invecchiando la situazione è diventata veramente brutta da vedersi. Ho delle gambe da ottantenne, metto sempre calze spesse e l'estate è una tortura.
Pensate si possa fare qualcosa a distanza di tanto tempo?
Le mie gambe peggioreranno successivamente ?
Per intervenire devo per forza chiedere il benestare al mio dottore?
A chi posso rivolgermi nella mia zona (sono di vicino Firenze)?
Grazie per la sua attenzione.


Buongiorno,
Si può certamente fare qualcosa per migliorare la sua situazione. Se non fa niente peggioreranno di sicuro, ma per darle un parere più preciso dovrei visitarla ed effettuare un eco-color-doppler , che fa parte della visita.
Il benestare del suo medico di famiglia è di solito molto importante, ma se lei viene visitata da me o da qualsiasi altro specialista , alla fine della visita le verrà proposto un trattamento ed un consenso informato da sottoscrivere. E' lei che accetta di effettuare il trattamento e non il suo medico, che può solo esprimere un parere negativo, peraltro ( forse) contrario a quello di uno specialista. La situazione ideale sarebbe che il parere dello specialista e quello del medico curante concordano.
L’ultima domanda, mi perdoni, mi fa un po sorridere...... Scelga lei lo specialista a cui affidarsi, più affidabile o più vicino a casa sua....
Distinti Saluti
Prof. Stefano Ermini

CHIVA e edema Linfatico

Gent.mo Prof. Ermini, gradirei sottoporle la mia situazione:
Sono una signora di 47 anni, sono alta m. 1,83 e peso 68 kg.
Sino all'estate del 2003, non ho avuto alcun problema, ma, appunto dall'estate 2003, ho iniziato ad accusare i primi gonfiori alle caviglie ed ai piedi, ma non gli ho dato eccessiva importanza, pensando che questi sintomi fossero dovuti solo all'elevata temperatura estiva. L'anno dopo, in giugno mi sono sottoposta ad ecodoppler, che ha evidenziato l'incontinenza della cross safena femorale; i sintomi, soprattutto in estate continuavano. Poi nel 2006, dopo altra visita ho iniziato a portare i gambaletti, quindi le collant a 18mmHg . Una successiva vista nel 2007 ha evidenziato l'insufficienza venosa cronica degli arti inferiori, la terapia consigliata comprendeva le collant elastocompressive, terapia medica, linfodrenaggio, pressoterapia e percorsi vascolari. Nel frattempo i sintomi oltre ai gonfiori comprendevano anche la sensazione di formicolio abbastanza insistente (sentir "friggere") soprattutto alla gamba sinistra (ovviamente quando non porto le calze). Ho continuato con queste terapie ed i linfodrenaggi, ma all'ultimo controllo si sono evidenziate incontinenze severe delle safene, con consiglio di intervento ablativo prima sulla safena dx poi sulla sx, cosa che non vorrei fare.
Mi rivolgo perciò a Lei, per chiederle se il mio caso si può vantaggiosamente trattare con intervento di chirurgia conservativa. Come dice il tecnico da cui effettuo le sedute di linfodrenaggio, prendendo come esempio una canna fumaria "meglio un tubo funzionante, anche se un pò intasato che non averlo affatto".
Altri dettagli utili: quando porto le calze non avverto fastidio o dolore. A parte il gonfiore, stando seduta per un pò di tempo quando non ho le calze, esteticamente ancora non si vede nulla; se cammino le gambe non si gonfiano. Non ho avuto gravidanze, nè variazioni importanti di peso, in famiglia non si registra nessun precedente caso analogo; unica cosa negativa ho grossi problemi di stipsi cronica, dovuti anche al megacolon.
Le allego i file con le scansioni dei referti dei vari controlli effettuati negli ultimi anni. La ringrazio sin d'ora per la Sua attenzione, resto in attesa del Suo cortese riscontro, e Le porgo i miei più cordiali saluti.


Buongiorno,
bello il paragone del tubo intasato!!!
Comunque la letteratura internazionale ( Spagna ) è molto chiara circa i risultati a 10 anni dell'intervento conservativo CHIVA versus quello demoltivo/ablativo .
A 10 che non più la safena ha il 60 % di probabilità in più di avere una recidiva.
Eseguo CHIVA dal 1990 .Il mio ultimo stripping risale al 1991. Nella mia pratica non c'è nessuna indicazione alla demolizione della safena.
Distinti saluti.
Dott. Stefano Ermini
Buongiorno Dottore,
intanto La ringrazio per la Sua celere risposta
la notizia della non necessaria demolizione della safena mi rallegra alquanto, vorrei sapere, quindi, se Lei è in grado di risolvere il mio problema, immagino con una visita preventiva; non ho capito una cosa: l'intervento (CHIVA) andrebbe a gioviare anche al discorso della circolazione linfatica (gonfiori, etc.), o sono due cose non correlate ?

Buongiorno,
La circolazione venosa e linfatica sono correlate e si compensano a vicenda. Entrambe contribuiscono al drenaggio dei tessuti. L’intervento CHIVA conserva la safena e la sua funzione, cioè la safena e le collaterali mantengono la funzione di drenare i tessuti. Se insufficienza venosa e linfatica coesistono, entrambe ostacolano il drenaggio. La correzione emodinamica riporta il sistema venoso a funzionare in aiuto del sistema linfatico. Ma questo non vale per lo stripping, che da una parte rimuove la stasi venosa legata alla insufficienza della safena, dall’altra crea un ostacolo al drenaggio per distruzione della stessa. Lo stripping safenico inoltre distrugge durante la fase di estrazione della safena anche alcuni vasi linfatici , tant’è che dopo stripping può comparire un edema linfatico in chi prima non ne soffriva. Queste considerazioni valgono anche per le metodiche endovascolari, che chiudono la safena e talvolta bruciano anche ciò che gli intorno. Distinti saluti

La Safena è da togliere , si o no?

Egr. Prof. Ermini,
Ho problemi alla safena e, a differenza di tanti medici interpellati, ho capito che Lei fa di tutto per conservarla . E’ da parecchi anni che ho questo problema, e varie volte, a causa di flebiti , mi sottopongo a dure cure farmacologiche, che ultimamente mi stavano anche creando seri problemi al fegato.
Mi rivolgo a Lei per avere un suo parere in merito. Nel mese di settembre andai assieme a mio marito a Milano dai miei figli ed approfittando dell’occasione feci un ecocolordoppler vascolare al centro cardiologico Medico1, dove mi è stato detto che la safena è da operare al più presto possibile.
Ritornando a casa, prenotai una visita medica presso lo studio del Dott. Medico2, specialista in cardiologia all’ospedale, il quale mi disse che pur essendo la mia safena ridotta un po’ male non è il caso di toglierla, in quanto lo stesso problema si ripresenterà poi a distanza di 4 o 5 anni ( quindi è recidiva). Lei capisce che a questo punto mi sento confusa e non so cosa fare.
Ho letto i suoi articoli sul web e ne sono rimasta entusiasta per ciò che riesco a comprendere, in quanto il metodo Chiva sembra dare una possibile soluzione al mio problema.
Cosa Le chiedo: un semplice suo parere in modo tale che io possa prendere con tranquillità una serena decisione.-A tal fine, Le trasmetto in file la seguente documentazione medica:
- ecocolordoppler del Medico1
In attesa di un suo cortese riscontro, Le porgo i miei più distinti saluti


Buonasera,
se lei si fa visitare da più flebologi riceverà di sicuro proposte terapeutiche diverse. In mezzo a tanta confusione mi sento di dirle che la scelta terapeutica per una determinata patologia dovrebbe avvenire secondo i criteri della evidence based medicine , che fanno riferimento agli studi prospettici randomizzati, cioè importanti lavori scientifici che appunto indicano che a 10 anni dall'intervento chi ha avuto una demolizione della safena ( stripping, laser, mousse etc ) ha il 50 % di probabilità in più di avere una recidiva rispetto a chi ha avuto un intervento conservativo sec. CHIVA . Quindi, se anche la pressochè totalità dei chirurghi vascolari continua a togliere, ciò non vuol dire che questa sia la soluzione migliore. Non eseguo più lo stripping da 21 anni e sono entusiasto , come lo sono anche i miei pazienti, dei risultati che ottengo con questa meravigliosa metodica che è cresciuta con me. Tutto il resto lo trova nel sito e nei 72 video correlati , ma se ha altro da chiedermi riscriva o telefoni senza impegno. Cordiali saluti
Prof Stefano Ermini

Malore dopo la seduta di scleroterapia

Buonasera professore,
navigando su internet ho trovato il suto sito il quale ha attirato la mia attenzione a proposito del mio problema. Venerdì ( ieri ) sono andato su consiglio del dottore a fare la mia prima seduta sclerosante non sapendo il trattamento sono entrato con non poca paura ...... comunque il dottore mi ha messo su di una scaletta a due scalini e ha incominciato a inserire del liquido ( un tipo di mousse bianca ). Dopo due o tre iniezioni ho perso letteralmente conoscenza e sono caduto rovinando a terra , non ho paura delle iniezioni, per fortuna senza nessuna contusione , aiutato ad alzarmi , sentivo che facevo i movimenti rallentati e stranamente debole ma steso sul lettino ho finito di fare le altre iniezioni e dopo avermi fasciato la gamba abbondantemente fissa sono rientrato a casa.
Martedì devo ritornare per fare la seconda seduta .... ho una fifa tremenda !!!!!!!.
per cortesia chiedo a Lei: è il caso di continuare ? -- c’è la possibilità che mi succeda nuovamente o è meglio che smetta ??
Nel ringraziarla del tempo a me dedicato la saluto cordialmente
.

Buongiorno,
il problema non è il malore che non c'entra con la scleroterapia ( probabilmente lei ha avuto una crisi vagale ) , ma la scelta terapeutica che lei ha fatto per curare le sue vene varicose. La scleroterapia è una metodica demolitiva e non definitiva , cioè agisce chiudendo le vene che poi però si riaprono e le varici ritornano... e lei dovrà ricominciare da capo a fare iniezioni sclerosanti e tenere la gamba fasciata. L’intervento CHIVA, anche se si fa con il bisturi, è molto meno invasivo della scleroterapia, recidiva raramente, consente in futuro di usare la safena per un by-pass. Lei userebbe usa safena trattata con le iniezioni sclerosanti , che causano prima una flebite e poi una trombosi della vena, per farsi fare un by-pass aorto-coronarico?
Distinti saluti
Prof.Ermini S.

CHIVA o Stripping?

Buongiorno,
se possibile volevo chiedere delle informazioni, ho 37 anni con una gravidanza avuta un anno e mezzo fa,ho fatto una visita dal chirurgo con ecocolordoppler,le scrivo cosa mi è stato diagnosticato, "A destra: Giunzione safeno femorale incontinente. La vena grande safena(mm. 4.8 di diametro alla coscia)appare incontinente fino al terzo superiore di gamba,dove emette ramo collaterale varicoso,che presenta al suo interno modesta quantità di materiale iperecogeno(esiti di pregresso,modesto,fatto varicoflebitico). Giunzione safeno poplitea continente. Vena piccola safena regolare. Non si rievano perforanti incontinenti.
SI CONSIGLIA: Stripping corto vena grande safena e flebectomie a destra.
Con questi presupposti cosa sarebbe meglio lo stripping o il metodo Chiva?
Grazie in anticipo


Buongiorno,
secondo i criteri della Medicina Basata sulle Evidenze, la risposta alla sua domanda è negli studi prospettici randomizzati CHIVA Versus Stripping , e non nel parere di un esperto. Questi studi, ed una review della Cochrane Library, che indicano a 10 anni il 50% di recidive in meno nei pazienti operati con la CHIVA rispetto a quelli operati con lo stripping. Se un esperto vuole affermare il contrario lo può fare citando studi che affermino il contrario e non in nome della sua esperienza. Io eseguo chiva da 24 anni, dopo il primo anno di incertezze adesso non seleziono i pazienti. La CHIVA è una strategia che cura l’insufficienza venosa, non solo le vene varicose. La selezione dei pazienti è tipica di chi non sa fare CHIVA, che è una metodica operatore dipendente.
Cordiali saluti.
Prof. Stefano Ermini

Peggioramento dopo stripping

Salve Dr. Ermini,
sono una donna di 35 anni con due gravidanze. Da quando avevo 25 anni ho iniziato a fare "qualcosa" per le mie vene. Terapie sclerosanti, laser terapia ma con la seconda gravidanza la situazione è precipitata. Quest'inverno mi sono sottoposta allo stripping corto della safena e successivamente a terapia sclerosante ma il risultato è stato pessimo...le varici sono ancora sulle mie gambe! Inoltre ho una zona rigonfia e dolente che a detta del medico che mi ha operato non è una varice. Ho seri problemi nei giorni del ciclo mestruale in quanto avverto un dolore fortissimo alla vagina e le vene e i capillari si arrossano notevolmente. Ho saputo di lei navigando su internet e mi chiedevo se, nonostante avessi già tolto una parte di safena si potesse fare ancora qualcosa per me....sicuramente in autunno...
La ringrazio


Buongiorno,
credo che prima di tutto si debba fare una cartografia del s.venoso per fare il punto della situazione ed in particolare per indagare le regioni inguinali e perineali. Temo, da quello che mi scrive, che ci siano delle vene refluenti di origine pelvica che dopo lo stripping non riescono più a drenare correttamente. Se i dolori alla vagina sono peggiorati dopo l'intervento, questo conferma la mia ipotesi ed in questo caso penso che con il tempo è possibile che si sviluppi una recidiva varicosa ma che i suoi fastidi ginecologici migliorino. Ovviamente è solo un’ipotesi, un eco-color-doppler vascolare fatto ad hoc potrebbe chiarire la sua situazione. Ritengo inutile un eco-doppler transvaginale.
Distinti saluti
Prof. Stefano Ermini

Insensibilità alla gamba dopo stripping

Buonasera
Ho 35 anni sono stato sottoposto circa un mese fà ad una safenectomia,varicectomia alla gamba sinistra. Ho riscontrato da subito una insensibilità della parte interna della caviglia, purtoppo ad oggi ancora questo sintomo persiste. Il mio medico mi ha detto che questo problema si sarebbe risolto nel giro di un paio di settimane invece la situazione non cambia. Ho letto su internet che questa problema si potrebbe risolvere nel giro di anni oppure potrebbe essere permanente,e vero? Grazie per la vostra gentile risposta
Saluti


Si, è vero quello che ha letto. Le lesioni neurologiche sono una delle complicanze più frequenti dello stripping .
Saluti
Prof. Stefano Ermini

Fare o non fare la terapia sclerosante? 3 consulti discordi

Gentile Prof. Ermini,
Mi chiamo, abito a Roma ho 31 anni. Vita sedentaria. La contatto perché mi trovo veramente ad un bivio. I primi dolori alle gambe, la classica pesantezza alle gambe, risale al vari anni fa. Quattro anni fa feci la mia prima visita + ecocolor-doppler: mi fu riscontrata un’insufficienza alla safena alla gamba destra e mi fu consigliato di mettere le calze elastiche. Al momento non presi nessun provvedimento. Dopo alcuni anni ho notato un rigonfiamento di una varice alla gamba destra….ma non avevo gli stessi dolori, anzi lieve pesantezza. Così nell’autunno del di tre anni fa ho fatto la mia seconda visita + ecocolor-doppler, il dottore mi consiglia di fare l’ecosclerosi e di portare le calze elastiche da 70 den. Due anni fa ho fatto la mia prima seduta sclerosante, e dopo un mese la seconda, quando ho deciso di fare una terza visita. Il terzo medico mi ha detto che la safena destra è incontinente e mi ha sconsigliato vivamente di continuare con l’ecosclerosi alla varice sulla stessa gamba perché potrebbe danneggiare la safena ancora di più, mi prescrive le calze elastiche da 140 den da portare il più possibile. Ho riportato quanto mi è stato detto al dottore che mi ha fatto la terapia sclerosante e mi ha detto che è completamente in disaccordo con l’ultimo parere medico, il quale mi sconsiglia la terapia sclerosante. Mi fa capire che devo decidere io il da farsi. Non so cosa fare: l’estate si avvicina e portare le calze è veramente difficile. L’ematoma dell’ecosclerosi è ancora visibile e si sono formati dei cordoni sottopelle, non so se andranno mai via, e poi la terapia sclerosante dovrei terminarla prima dell’estate portando i bendaggi per alcuni giorni.
Secondo lei a cosa e chi devo dare ascolto?
Nell’attesa di un Suo gentile riscontro La saluto cordialmente.


Buongiorno,
nella cura delle varici ci sono metodiche demolitive e metodiche conservative. Le metodiche demolitive sono:
• lo stripping , che è chirurgico
• la ecosclerosi o la scleromousse , che non sono chirurgiche e non sono definitive, cioè dire le vene seccate pria o poi si riaprono e si deve ripartire daccapo
• il laser endovascolare e le altre diavolerie che bruciano la safena , sono metodiche simili alla scleromousse ed anche queste non sono definitive
L'unica metodica conservativa referenziata è la CHIVA.
Allora come si fa a scegliere in modo consapevole e non su consiglio di quello che fa una cosa e non l'altra ed indipendentemente dagli interessi privati di qualcuno ?
Andando a vedere gli RCT, cioè i trials prospettici randomizzati, cioè quei lavori scientifici super partes che paragonano le metotiche e dicono quali sono i risultati dell'una e dell'altra procedura a 10 anni.
Consigliare in base agli RCT vuol, dire fare medicina basata sulla evidenze ( evidence based medicine ). Il sito è dedicato alla cura Conservativa di cui sono pioniere in italia e che eseguo da 24 anni con ottimi risultati. La CHIVA è validata anche da un importante organismo scientifico, la Cochrane Library , ed ha risultati certificati di una riduzione del 50% delle recidive a 10 anni.
Cordiali saluti
Prof. Stefano Ermini

Vene varicose in un paziente con iniziale arteriopatia

Buongiorno,
ho 54a e tre anni fa ho fatto un ecodoppler venoso arti inf.
Sn: incontinente vgs, incontinenete la giunzione safeno-femorale, continente la giunzione safeno poplitea.
Destra: continente la vena grande safena, incontinente la giunzione safeno femorale, continente la giunzione safeno poplitea.
Due anni fa per molti mesi ho assunto il FarmacoX. Durante l'estate ho avvertito prurito nella zona delle caviglie, e la pelle della zona appariva modificata(squamosa). Poi ho rifatto l'esame: per quanto riguarda il sistema venoso non c’erano variazioni rispetto al doppler precedente, ma l'esame arterioso evidenziava sia a sinistra che a destra: irregolarità iperecogene lungo tutto l'asse femoro-popliteo non emodinamicamente significative, pervia l'arteria poplitea con buon flusso, pervi e sede di buon flusso i vasi distali di gamba.
Cosa consiglia? Grazie.
Saluti


Buongiorno,
Le consiglio un intervento emodinamico conservativo sulla safena interna destra. Poichè lei presenta irregolarità delle arterie , quindi una predisposizione ad una arteriopatia, ci pensi bene prima di farsi demolire la safena ( demolire = stripping anche parziali - laser, EVLT e radiofrequenza che bruciano la safena , scleroterapia e scleromousse che hanno lo stesso scopo di chiudere la safena attraverso l'induzione di una flebite chimica ). Spero per lei che non ce ne sia bisogno, ma l’uso della safena permette di migliorare i risultati degli interventi di by-pass, sia al cuore che alle gambe. Di solito le vene varicose si sviluppano fra i 30 e i 40 anni, mentre le arteriopatia si sviluppano a partire dai 60 anni. Succede quindi spesso che le vene vengono operate demolendo la safena senza pensare che fra 30 o 40 anni potrebbe servire per un by-pass. Nel suo caso ci sono segni di un inizio di arteriopatia, quindi è impossibile non pensarci.
Sul sito trova le prove che la safena SERVE per i by pass e i lavori scientifici che dimostrano a 10 anni che i risultati della chirurgia conservativa sono superiori a quelli di quella demolitiva.
Cordiali saluti.
Prof. Stefano Ermini

Pentita dello stripping

Buongiorno Prof. Ermini
Ho 38 anni, due gravidanze alle spalle ed un'altra al quinto mese. Dopo la mia prima gravidanza sono stata purtroppo sottoposta all'intervento per eliminare la safena da entrambe le gambe (stripping) ,ed è stata la cosa più sbagliata che potessero farmi. Inizialmente la situazione era decisamente migliorata, ma ora è molto peggio di prima. Ho parecchio male e oltre alle vene decisamente più visibili mi sono venuti tantissimi capillari. Ora data la gravidanza credo che non si possa fare nulla ma in futuro mi piacerebbe cercare di migliorare la situazione. Volevo sapere se secondo lei si puo' fare qualcosa considerando il fatto che purtroppo non ho più le safene.
La ringrazio per la disponibilità
Saluti


Buongiorno,
cerchi di superare la gravidanza con l'aiuto delle calze elastiche e di qualche fitocomplesso non controindicato in gravidanza. Dopo 5-6 mesi dalla gravidanza bisogna fare una cartografia emodinamca delle varici e da ciò si può fare un programma terapeutico che limiti al massimo altre demolizioni delle vene.
Fare lo stripping a una donna che non ha ancora completato le gravidanze è un errore pazzesco, con altissime probabilità di recidiva. Le recidive della CHIVA in caso di gravidanza sono molto minori, ma nonostante ciò cerco di limitare gli interventi nelle donne che possono ancora avere una gravidanza.
Auguri per la gravidanza.
Prof. Stefano Ermini

Edema del collo del piede e familiarità

Dottore buonasera,
le scrivo perché ho mia madre (anni 68) che è stata operata anni fa in tutte due le gambe asportandole la vana safena. Ha ancora delle vene piuttosto evidenti che ha suo tempo il medico le riferì che quelle non potevano essere toccate. La cattiva circolazione è iniziata all’età di 30 anni quando dopo avermi partorito le sono uscite le vene. Da allora è stato un peggioramento continuo. Ha sempre lavorato in piedi, ultimamente gli si gonfia il collo del piede ,il medico le ha dato da prendere un diuretico e un protettivo vene. Fa bagni di sale e pediluvi, ma non basta credo. Io ultimamente ho evidenti capillari nelle caviglie e gambe, prurito nelle caviglie e pesantezza, mi sa tanto che la cosa sia congenita. Lavoro in piedi da anni. Le chiedo qualche consiglio utile, senza perdersi in mille confuse soluzioni…… Spero di riuscire a venire da lei, noi abitiamo a Genova. Ps: L’angiologo a cui ero andata mi ha dato il FarmacoX compresse e calze da 70 .
La ringrazio vivamente del suo tempo……..
Buon lavoro e un saluto.


Buongiorno,
Non sempre l'edema del collo del piede e ( e dei malleoli ) è di origine venosa. E’ anche possibile che si tratti di artrosi, magari con un cattivo appoggio del piede, o di un edema linfatico, o di una gamba a colonna. In nessuno di questi casi c'è una indicazione a prendere il diuretico, perchè la causa dell'edema non è renale. Questo non vuol dire che il diuretico non serva a sua madre, può darsi che il medico glielo abbia prescritto anche per altri motivi.
I capillari alle caviglie possono essere legati ad un cattivo funzionamento della safena, che deve essere indagata. La pesantezza non è un sintomo specifico di vene varicose.
Se non ha varici alla coscia può indossare un gambaletto sanitario, magari a partire da 18 mm/Hg ( 140 Den) . Per il flebotonico ok, meglio se naturale come quello che sta prendendo. Le probabilità per una donna di avere le le vene varicose se la madre ne ha sofferto è del 60%.
Cordiali saluti
Prof. S.Ermini

Come viene giustificato lo stripping della safena

Egr. Prof. Ermini,
Il problema attuale riguarda le gamba sinistra. Le varici sono appena visibili, ma da alcuni mesi (da poco dopo aver fatto lo stripping alla gamba destra – descritto qui di seguito) accuso dei dolori abbastanza diffusi quando sosto in piedi, fermo senza camminare, che vanno circa dalla zona del gluteo sino alla caviglia, e che passano appena cammino un po’, basta anche per 1 minuto. Preciso che in famiglia tutti i discendenti da parte di mio padre hanno avuto problemi di varici. Inoltre circa a novembre 2009 ho fatto un intervento (purtroppo di “stripping”) alla gamba destra, che era quella messa, diciamo, un po’ peggio, in quanto le varici cominciavano a farsi un pò pronunciate e ben visibili (a dir la verità erano visibili quando già avevo 20 anni, oggi ne ho 40) e inoltre da tempo accusavo quel dolore diffuso che oggi accuso alla gamba sinistra. In quell’occasione i medici mi dissero che non si poteva procedere con i sondini laser in quanto le varici erano ormai troppo deformate e contorte, e che era inutile conservare la safena per un eventuale futuro reimpiego per bypass al cuore, in quanto ormai era tutta “sciupata”. c'era un problema di varici anche sulla gamba sinistra, ma molto meno pronunciato della destra per cui non c'era indicazione all'intervento.
Le chiedo cortesemente:
1) se possibile, un parere di massima sulla mia situazione clinica ,
2) inoltre, pensa forse che questo dolore diffuso sia collegato a cattiva circolazione causa varici?
La ringrazio anticipatamente


Buongiorno,
il dolore che lei ha a sinistra è tipico di una sofferenza del nervo sciatico e non di un dolore di origine vascolare. La sua lettera riassume benissimo tutto quanto viene detto ai pazienti per giustificare la demolizione della safena. In realtà la verità è un'altra. La safena non è sottofasciale, è protetta da una specie di calza elastica, diviene tortuosa in un caso ogni 1000 di vene varicose. E’ utilissima per i by pass e tutto questo è confermato dalla letteratura scientifica .
Quindi il mio consiglio è di curarsi indagando prima per confermare la sciatalgia, ed in futuro prendere in esame per la gamba sinistra una soluzione conservativa.
Cordiali saluti
Prof.S.Ermini

Gent. Prof. Ermini,
Ho letto con grande interesse il sito veneinforma dato che riguarda proprio un dubbio che ho ora. A seguito di dolori alla gamba destra, ed essendo predisposta all'insufficienza venosa per via ereditaria, ho eseguito un ecodoppler e a seguito una visita angiologica. Esito Ecodoppler: incontinente con evidente reflusso la cross safeno femorale destra. Vena grande safena destra di calibro aumentato, con dilatazioni varicose del ramo posteriore al terzo distale di coscia e presenza di vena perforante. Conclusioni: insufficienza della grande safena destra alla crosse. Esito visita angiologica: Gia' eseguito ecodoppler venoso che conferma il quadro clinico di varici a carico della grande safena dx con ectasia fino al tratto sottogenicolare a livello di gamba ectasie modeste extrasafeniche nei limiti controlateralmente non pregresse tvp o tvs si propone stripping anteriore corto in day surgery e successiva rivalutazione per flebectomie o scleroterapia dei rami di gamba (scritto cosi'dall’angiologo, senza punteggiatura) Dato che sono molto restia a tale intervento, mi ha interessato molto la sua alternativa. Mi piacerebbe sapere cosa si potrebbe fare nel mio caso e se ci sono centri che eseguono la CHIVA nella mia zona (Como-Milano). Il mio dubbio e' che avendo la grande safena gia' dilatata, non sia recuperabile. Ho sentito anche di un'altra tecnica chiamata ASVAL. E' simile alla CHIVA? quali sono le differenze?
Grazie mille per l'aiuto


Buongiorno,
ASVAL non è una strategia per curare tutti i tipi di vene varicose, ma una procedura che prevede nei casi in cui c’è una collaterale varicosa alla coscia, di effettuare al posto dello stripping una flebectomia della collaterale, cioè di asportarla con delle mini-incisioni. Questa procedura porta alla scomparsa del reflusso nella safena, ma se la safena torna a refluire, viene asportata con lo stripping o bruciata con il laser. Quindi, a conti fatti, ASVAL si può considerare una tecnica conservativa in circa il 15% dei casi. CHIVA è una strategia che si applica a tutti i casi in cui si può fare stripping ed anche a situazioni più complesse in cui lo stripping non si può fare. Della strategia CHIVA fa parte anche l’indicazione di ASVAL , ma è inserita in un contesto in cui mai si rende necessario fare lo stripping o il laser. CHIVA permette di curare conservando la safena e la sua funzione il 10=% delle varici safeniche non precedentemente operate.
Cordiali saluti
Prof. Stefano Ermini

Stripping o scleromousse: chi deve scegliere il trattamento?

Egregio Prof. Stefano Ermini, Sono una signora di 60 anni . Ho avuto modo di visitare il suo sito internet, anche grazie ad un passaparola di una cara collega, in quanto ho da poco effettuato una visita specialistica agli arti inferiori proprio perchè da tempo soffro di insufficienza venosa cronica, con la safena particolarmente in evidenza. Per questo ho ritenuto utilissima la possibilità grazie al suo sito di contattarla e chiederLe, se per Lei è possibile, qualche opinione in merito. Come prima specificato, ho avuto una visita specialistica agli arti inferiori presso un Medico chirurgo specialista in Flebologia e terapia ulcere cutanee e prof.dell'Università. Mi è stato diagnosticato quanto segue: - Arto inferiore destro: Ostio safeno fenorale: pervio e incontinente (di 0,7cm) con reflusso di tipo tronculare, varici collaterali di gamba. -Arto inferiore sinistro: Come il destro Le conclusioni diagnostiche sono: Insuffcienza venosa cronica al 2 stadio di Widmer, Consiglio: Scleromousse bilaterale o stripping della safena sinistra che è più dilatata e scleromousse della destra.
La ringrazio moltissimo per la disponibilità e gentilezza,
Cordialmente


Buongiorno,
Sia lo stripping che la scleromousse sono trattamenti demolitivi, con la differenza che la scleroterapia deve periodicamente essere ripetuta perché la vena si ricanalizza. In entrambi i casi la safena non potrà essere usata per un by-pass. L’intevento che nelle vene varicose da i migliori risultati 10 anni e conserva la safena che potrà essere usata in futuro, se necessario, per un intervento al cuore, è la CHIVA. Ma quello che mi lascia stupito nella sua lettera è che le sono state proposte due diverse soluzioni E , mi pare, le è stata lasciata opportunità di scelta. Io penso che il medico deve consigliare al paziente la cura che nella sua esperienza e nella letteratura scientifica è quella migliore. Il paziente poi può scegliere il medico o di non curarsi, ma non può scegliere la cura, perché non ne ha le competenze.
Buona giornata
Prof. Stefano Ermini

Un Reflusso di origine pelvica

Gent.mo Prof. Ermini, Vorrei da lei un parere sul referto di eco-color-doppler venoso ai miei arti inferiori: "bilateralmente il circolo venoso profondo è pervio e continente. Al momento non segni di trombosi venosa profonda e superficiale. Continenti le crosse femoro-safeniche dx e popliteo-safeniche. A sinistra si segnala competenza della valvola terminale; reflusso in vena grande safena da rami di provenienza pelvica, che si estende sino a livello sottogenicolare dove parte ramo N3". In attesa di una sua risposta, la ringrazio in anticipo e le porgo i miei più cordiali saluti.

Buongiorno, scusi ma qual'è la domanda?

Mi scuso per la mancanza di una domanda diretta: dal chirurgo vascolare cha mi ha effettuato l'esame mi è stato proposto di togliere una parte di safena: è necessario farlo? secondo lei in un quadro come il mio il metodo China è praticabile?
Cordiali saluti


Buongiorno,
Un reflusso pelvico è lo sbocco alla radice della coscia di una collaterale che origina dalla pelvi e porta sangue verso la gamba. La safena costituisce la normale via di confluenza di questa collaterale. Il flusso che alimenta questa collaterale non sempre può essere chiuso, perché origina nell’addome, mentre è più semplice indirizzarlo verso le vene profonde utilizzando la safena. Infatti la recidiva dopo stripping da persistenza di collaterale pelvica è molto frequente. Se lo stripping safenico oggi non ha più indicazioni , nel caso di reflussi pelvici è una vera catastrofe. I reflussi pelvici sono la tomba dello stripping, ed infatti dallo studio effettuato da Oriol , in Spagna,per confrontare Stripping e CHIVA , i casi con reflussi pelvici sono stati esclusi dalla casistica perchè troppo sfavorevoli nei confronti dello stripping. Se conosce l'inglese legga con attenzione questo lavoro (Randomised controlled trial of surgical treatment of varicose veins in leg).
Buona giornata

Per demolire la safena non serve rifare il Doppler

Egregio Dott. Ermini,
sono una casalinga di 46 anni, pratico una leggera attività fisica oltre a camminare molto abitando a Venezia. Peso 65 Kg per 167,5 cm di altezza. Dalla giovinezza soffro di quella patologia che credo si chiami insufficienza venosa che si manifestava, fino dai 20 anni con ristagno dei liquidi e cellulite a livello di tutta la coscia, con capillari e con significativi ematomi dopo piccoli traumi. Dopo le due gravidanze (nel 2000 e 2004) le varici sono peggiorate causando un evidente problema estetico e disturbi. Dopo una visita con ecocolordoppler, mi sono rivolta ad un chirurgo. Questo medico, dopo la visita durante la quale NON mi ha sottoposto a nuovo doppler, mi ha subito proposto l'operazione di stripping delle due intere safene. Dopo questo responso ho cercato di documentarmi e mi sono imbattuta nel suo sito. Ovviamente sarei interessata a questo tipo di alternativa ma vorrei sapere se si può applicare al mio caso Resto in attesa di una sua cortese risposta e le porgo distinti saluti.


Buonasera,
non eseguo più lo stripping o altre tecniche demolitive, come anche il Laser, da 24 anni. Non seleziono i pazienti, selezionare i pazienti vuol dire non avere dimestichezza con l'emodinamica. Non esistono indicazioni allo stripping. Trova maggiori informazioni sul sito www.veneinforma.com
Prof. Stefano Ermini

Flebite safenica e stripping urgente

Buongiorno,
ho 52 anni , entrambe le safene delle 2 gambe sono dilatate da qualche anno ; 2 settimane fa in seguito a un dolore nella parte interna del ginocchio e coscia ho fatto un primo doppler e la visita il medico che è un chirurgo .mi ha richiesto un secondo doppler in cui risultava alla gamba destra dolorante trombosi completa della safena interna dalle crosse a livello della vena epigastrica superficiale e caudalmente in una collaterale varicosa di coscia e nelle varicosita della regione posteromediale di gamba , non interessamenti del circolo venoso profondo. Dopo questo doppler il medico mi ha detto di andare in ospedale per l'operazione. Io sia, per la paura di una cosa cosi improvvisa. sia perche avevo sentito che con la trombosi in atto è meglio non operare e inoltre mi sentivo molto male ho rifiutato di andare ad operarmi cosi sempre lo stesso medico mi ha detto di passare da Eparina 4000 2 volte al giorno Eparina 6000 sempre 2 volte al giorno . Adesso sono in attesa di un doppler di controllo, mi sento un po meglio il dolore alla coscia è passato ,ma non al ginocchio . Ho fatto male a non operarmi ? Era giusto farlo ? Sono preoccupata, questo trombo si scioglierà ? Sciogliendosi mette in circolo coaguli pericolosi ? Rischio l'embolia polmonare ? Sono molto preoccupata resto in attesa di una sua risposta .
Molte grazie


Buongiorno.
Penso che lei ha fatto benissimo a non operarsi, perché con i farmaci attuali che lei sta già facendo, i rischi di una embolia polmonare sono minori di quelli che derivano da un intervento in urgenza con una trombosi in atto. I minori rischi e la guarigione più rapida in una flebite safenica si ottengono associando alle iniezioni di eparina un bendaggio elastocompressivo rigido che toglie il dolore e permette al paziente di camminare. Camminare con il bendaggio è appunto il terzo elemento che porta ad una guarigione rapida.

Stripping e Gravidanze

Preg.mo Prof.
Mia madre soffre di insufficienza venosa cronica, e da alcuni anni, purtroppo, anche a me si sono verificati i primi segni con delle varici sulla gamba dx. A seguito di una visita specialistica mi hanno diagnosticato incontinenza della safena interna destra e della safena accessoria omolaterale. Incontinenza di collaterali safenici interni di gamba dx e di rami perforanti al III medio inf di gamba. Il consiglio dello specialista è di intervenire chirurgicamente. Le chiedo cortesemente di indicarmi il suo parere e qualora lo ritenesse, se effettuare l' intervento prima di una gravidanza o successivamente. Attualmente non ho ancora figli.
La ringrazio per la disponibilità


Buongiorno,
intervenire vuol dire demolire la safena ??? Questo è assolutamente sconsigliato. Trova qui documentazione sulla cura Conservativa Emodinamica. Intervenire prima o dopo le gravidanze? Demolire prima delle gravidanze può esporre a gravi complicanze in caso di recidiva. Anche il Laser è distrugge la safena.
Dott. Stefano Ermini

Ha dolore al ginocchio…. Togliamo la safena !!!!

Buonasera.
Sono un uomo di 52 anni e di professione faccio l'operaio e durante il giorno cammino molto. Da circa 3 anni accuso dolori alle gambe, in particolar modo i nervi dietro le ginocchia. Questi dolori si intensificano di notte, a corpo rilassato, quanto vado a letto e al mattino prima di alzarmi . Ho fatto una serie di visite ed esami ma fino ad ora, tranne il consigliarmi di togliere la vena safena per favorire la circolazione sanguigna, non mi hanno saputo dire la causa di questo mio problema. Non so più a chi e dove rivolgermi per trovare un perchè a tutto questo. Mi sapete consigliare qualcosa? é possibile avere una risposta?
Ringrazio e porgo distinti saluti


Buongiorno,
la sintomatologia che lei descrive potrebbe essere dovuta ad una infiammazione del nervo sciatico o di uno dei suoi rami, per cui le consiglierei di indagare in questo senso. Circa la proposta che le è stata fatta di togliere la safena per favorire la circolazione, mi sembra che proprio non sia esattamente così, e soprattutto che questo di sicuro non risolve i suoi problemi che non hanno nessuna correlazione con dolori di origine vascolare. Spero che prima di proporle di togliere la safena sia almeno stato fatto un eco-color-doppler per dimostrare che non funziona! In ogni caso, se dovesse per altre problematiche da quelle che lei ha in questo momento, essere necessario intervenire sulla safena ricordi che lo stripping o le tecniche endovascolari ( Laser ed altri macchinari) differiscono solo nel modo di eliminare la safena e che i risultati migliori si hanno invece conservando la safena.
Cordiali saluti
Prof.Stefano Ermini

Recidiva dalla cross dopo stripping

Salve Prof.Ermini,
le scrivo per avere un parere. Nell’Aprile 2007 , sono stato operato di varicectomia alla gamba sn. con stripping corto, ma subito dopo sei mesi, mi sono accorto che all’altezza dell’inguine sinistro. È comparsa una protuberanza che di tanto in tanto mi creava dolenzia; mi sono rivolto al chirurgo che mi aveva operato, che tranquillizzandomi mi diceva che non era niente di preoccupante, ma se decidevo poteva togliermi questa protuberanza in Day Hospital e in anestesia locale. Documentandomi su internet ho scoperto che ,si trattava di un’ectasia della crosse safeno-femorale, conseguente al moncone lasciato lungo, il problema è che adesso il fastidio e quasi continuo,però non vorrei di nuovo finire sotto i ferri, per cui le chiedo: c’è qualche altro sistema per curare tale problematica?
La ringrazio anticipatamente.


Salve,
Le recidive dalla cross safeno-femorale sono la causa più frequente di recidiva dopo stripping della safena. Le recidive possono avvenire a causa di una legatura della safena non a raso della vena femorale ( errore chirurgico) o in assenza di ciò. Nel primo caso, che sembra corrispondere alla sua situazione, è indicato reintervenire chirurgicamente e fare ciò che doveva essere fatto al primo intervento. Nel secondo invece un reintervento non farebbe altro che riprodurre la situazione alla fine del primo intervento, e la recidiva si potrebbe ripresentare con una alta incidenza di probabilità. In questo secondo caso è indicata la scleroterapia, che se anche recidiva è facilmente ripetibile e non ha i rischi di un reintervento. Sul trattamento delle recidive dalla cross safeno femorale ho un video su you tube che spiega alcune cose, ma che le consiglio di guardare solo se lei si sente pronto a vedere immagini di un vero intervento chirurgico. Le vorrei inoltre fare notare che metterci le mani la seconda volta è più difficile della prima , e la terza è più difficile della seconda..... ecco il link ( ovvio che i precedenti interventi non li ho eseguiti io!!!!!!!!! ) e guardi anche questo video sui diversi effetti di una recidiva dalla cross con e senza la safena
Inoltre mi permetta di sottolineare, almeno per quanto rilevo dalla sua descrizione, un po’ di superficialità nella descrizione del problema da parte del collega che ha effettuato l'intervento di stripping con una crossectomia non a raso della femorale. Lasciata li la recidiva da luogo a nuove varici ed alla ricomparsa del problema per cui lei, inutilmente, ha tolto la safena.
La invito inoltre a ripensare la scelta di demolire la sua safena.
Buona giornata
Prof. Stefano Ermini

Una Trombosi in Gravidanza

Egregio Prof. Ermini,
sono una signora di 37 anni e sono alla tredicesima settimana della mia terza gravidanza. Nel 1996 ho avuto la prima gravidanza senza complicanze. Nel 2000 mi è stata diagnosticata una TVP alla gamba destra al polpaccio. Gli esami di citogenetica non indicavano anomalie e mi è stato comunicato che la causa poteva essere l'uso della pillola anticoncezionale che ho assunto per molti anni e che ho immediatamente sospeso. Sono stata in cura con eparina per i primi giorni e successivamente con Coumadin per circa 12 mesi effettuando regolarmente tutti i controlli. Nel 2002 sono rimasta incinta per la seconda . Il decorso ed il parto sono stati regolari. Il 18 febbraio di quest'anno, all'ottava settimana della terza gravidanza, mi sono recata in Pronto Soccorso in quanto la gamba destra risultava essere molto gonfia e dolente. Ho raccontato i miei precedenti di TVP e sono stata immediatamente sottoposta ad eco-color-doppler con esito negativo e quindi dimessa senza ulteriori indagini. Il 12 c.m. mi sono nuovamente recata in Pronto Soccorso in quanto la gamba destra era molto gonfia e tesa. Inoltre avevo dolori fortissimi dalla coscia al polpaccio. Sottoposta ad eco-color-doppler mi è stata riscontrata una TVP alla vena femorale superficiale. E' stato deciso l'immediato ricovero e terapia anticoagulante con eparina 6000 ogni 12 ore. Mi è stato prescritto l'uso di calza elastica di classe II sulla gamba dx e calza antitrombo sulla sinistra. Sono stata dimessa il 15 c.m. con eparina 6000 ogni 12 ore da proseguire a domicilio. Ogni tre/quattro giorni mi reco presso il CET per i controlli del sangue. Le mie domande sono le seguenti:
- Come si esegue correttamente l'eco-color-doppler? si esegue sul paziente disteso sul lettino o anche col paziente in posizione eretta? Mi è stato detto che andrebbe eseguito prima sul paziente disteso, poi seduto ed infine in posizione eretta.
- E' possibile che ci fosse già qualche problema non visibile all'eco-color-doppler quando mi sono recata al P.S. nel mese di febbraio? Ho ipotizzato che se mi fosse stato fatto un prelievo di sangue per verificare il tempo di coagulazione si sarebbero evidenziati eventuali problemi non visibili all'eco-color-doppler?
- Attualmente indosso ogni mattina la calza elastica (monocollant) e seguo scrupolosamente la terapia prescrittami. Ho letto però che una volta avvenuta la ricanalizzazione della vena le valvole rimangono comunque irrimediabilmente danneggiate. E' possibile sottoporsi ad una valvuloplastica della vena femorale?
- Ho notato che a livello della caviglia destra si sono formati diversi capillari di colore scuro direi violaceo scuro. Cosa indicano? Posso passare dal monocollant classe II al gambaletto classe II?
La ringrazio anticipatamente per l'attenzione che vorrà concedermi e Le porgo i miei più distinti saluti.


Buongiorno,
gli esami di citogenetica di solito si riferiscono alla ricerca di anomalie cromosomiche che spieghino un aborto. Nel suo caso sarebbe invece utile uno studio della coagulazione da effettuare presso un Centro Trombosi, ma forse è questi ultimi che lei si riferiva.
Come si esegue lo studio Eco-Doppler per la ricerca della trombosi?
L’esame in urgenza si fa utilizzando la CUS , cioè la compressione delle vene premendo con la sonda dell’ecografo. Se la vena non si comprime o si comprime parzialmente vuol dire che al suo interno c’è una trombosi. Questo esame può essere eseguito indifferentemente con il paziente in piedi o sdraiato. L’esame in piedi è invece importante nel paziente con la trombosi in atto per vedere dove scorre il sangue, cioè per studiare i circoli di compenso. E’ possibile che una trombosi non sia stata vista?
L’ecodoppler è un esame operatore dipendente, quindi è possibile che una trombosi non sia stata vista. Nel suo caso direi che la dimissione senza eseguire il D-Dimero, che è l’esame del sangue che serve a vedere una se c’è o no una trombosi in atto, denota una certa sicurezza da chi ha fatto l’esame e quindi penserei che non c’era nessuna trombosi. E’ possibile sottoporsi ad una valvuloplastica della vena femorale?
Una volta finita la gravidanza ed assestati gli esiti di questa trombosi potranno essere valutate le possibilità e le indicazioni ad una ricostruzione valvolare o ad una CHIVA delle vene profonde. I capillari alle caviglie possono dipendere dalla ipertensione venosa dovuta alla trombosi in atto, come anche alle situazione ormonale della gravidanza. Poso indossare un gambaletto al posto del monocollant?
La prescrizione della calza elastica non deve tenere conto della estensione della trombosi, ma della estensione dell’edema. E’ per questo che la prescrizione del monocollant nella mia pratica clinica è rarissima.
Infine aggiungo io una considerazione su come è stata gestita la sua trombosi. Oggi la letteratura scientifica è concorde sul fatto che il miglior modo di trattare una trombosi venosa profonda è applicare un bendaggio rigido e fare camminare il paziente e non metterlo a letto come hanno fatto con lei. La calza antitrombo inoltre è una calza che viene usata per prevenire le trombosi quando il paziente sta a letto, e non quando cammina. Quindi è una calza da usare durante i periodi di allettamento e non da prescrivere alla dimissione.
Cordiali saluti
Prof. Stefano Ermini

Il passaparola della CHIVA

Salve Prof. Ermini,
sono una giovane signora di 28 anni; premetto che di professione faccio la parrucchiera. Nel 2006 ho partorito il primo figlio e da allora sono cominciati i miei primi problemi venosi. Ho portato le calze elastiche durante la gravidanza e dopo il parto le chiazze bluastre si sono attenuate. A ottobre 2008 è iniziata la seconda gravidanza; ho cominciato a portare le calze ma sono affiorate le vene e il piede destro è diventato viola. Purtroppo a fine maggio 2009 sono stata ricoverata per una tromboflebite, ho cominciato con le punture di eparina a basso peso molecolare 4000 x 2 die. Fortunatamente le gambe non mi fanno male ma vorrei curarle perché ho paura che mi possa succedere ancora qualcosa... Non sto allattando . ho valutato medici del comprensorio dove abito che si "schierano" per l'intervento chirurgico o la scleromousse ( con l'utilizzo A VITA delle odiose calze elastiche che non sopporto più !!!) L'altro giorno una conoscente mi ha parlato con molto entusiasmo del suo intervento alle gambe praticato con la TECNICA CHIVA . Secondo lei questa tecnica può andare bene per i miei problemi?
In attesa di un suo cortese riscontro porgo cordiali saluti.


Buongiorno,
certo che la CHIVA va bene per i suoi problemi, la CHIVA è applicabile in tutti i casi in cui è possibile fare le altre tecniche come le vene varicose, ma anche a situazioni più complesse , come le angiodisplasie, in cui le altre metodiche non si possono fare. Lei mi parla di metodiche ( stripping , scleromousse ecoguidata, laser o EVLT , closure, ASVAL ) che sono DEMOLITIVE. La CHIVA è conservativa. Sul sito www.veneinforma.com trova spiegazioni delle tecniche demolitive e di quelle conservative e dei vantaggi che si hanno a conservare la safena.
Un saluto
Prof. Stefano Ermini

La Radiofrequenza gli ha bruciato anche il nervo safeno

Buon pomeriggio,
sono una signora di 40 anni e lo scorso mese di novembre sono stata sottoposta ad intervento in “termo ablazione della vena safena dx fino al ginocchio con tecnica a radiofrequenza” in quanto avevo sofferto un episodio di flebite.. In verità l’intervento doveva essere quello in stripping, ma il mattino dell’operazione, mi è stata proposta dal chirurgo questa tecnica a suo parere meno invasiva che assicurava tempi di recupero molto celeri. Purtroppo da allora sono trascorsi undici mesi e lamento continuamente forti dolori “tipo lama di coltello” lungo tutto il tratto del nervo safeno. Mi sono rivolta a molti medici e l’idea che mi sono fatta è che il nervo safeno sia stato toccato dalla sonda a 120° gradi durante l’intervento.
Le chiedo il suo consiglio e se ha già trattato casi analoghi ed eventualmente quali cure e/o centri rivolgersi per alleviare il dolore continuo che non mi permette nemmeno di riposare di notte.
Ringraziandola anticipatamente le porgo i miei saluti


Buongiorno,
Non esistono centri per trattare il suo problema e non esistono soluzioni terapeutiche sicuramente efficaci. Io proverei con la tecnica della neuralterapia e con l'acido tioglicolico per bocca. Altrimenti resta la carbamazepina, ma è un farmaco neurolettico.
A mio avviso lei adesso ha un problema peggiore di quello per cui si operata, e rischia di portarsi dietro a vita questo dolore. Il sito mette in guardia su questo genere di complicanza
Cordiali saluti
Prof. Stefano Ermini

Perché non fanno la CHIVA negli ospedali

Buonasera Prof. Ermini,
mi chiamo , ho visto alcune sue interviste riguardanti il metodo Chiva per le vene varicose e ho letto le informazioni immesse sul sito "veneinforma.com". Le scrivo perché volevo chiederle il motivo per il quale questa metodologia non viene applicata oggi giorno nelle aziende ospedaliere come comune prassi.
In attesa di una sua risposta le porgo distinti saluti


Buongiorno,
se lei mi chiede perchè la CHIVA non è una comune prassi negli ospedali pubblici vuol dire che ha capito la logicità e la superiorità rispetto a tutti i metodi demolitivi ( laser incluso) di questa metodica conservativa.
La CHIVA è stata presentata da C.Franceschi nel 1988, io l'ho conosciuto nel 1989 ed ho iniziato a frequentare il suo studio, le sue cliniche e l'hopital S.Joseph nel 1990, andando a Parigi in 4 anni 52 volte , tutto a mie spese. Sono iniziate le comunicazioni e le relazioni nei congressi, ricevendo insulti da tutti i cattedratici, in particolare dai chirurghi vascolari. Pensi che la posizione anatomica della safena ( segno ecografico dell'occhio safenico ) definita nel 1990 da Franceschì e da Marc Bailly ( veda la foto del giornale del 1991 , in cui io vado a fare uno stage nel suo ospedale a Chateau Gontier) è stata accettata dalla UIP, unione internazionale di flebologia, nel 2005.... qui mi fermo.. non rispondo in maniera diretta alla sua domanda, non posso farlo on line.. ma la storia mi pare insegna... Adesso provi a chiedersi perchè di laser si parla ovunque e la metodica è diffusissima e presentata come d'avanguardia...
Buona giornata
Prof. Stefano Ermini

Dubbi dopo LASER

Buongiorno,
Le scrivo per chiederLe un consiglio per la mia mamma che ha 80 anni e soffre di vene varicose con 2 o 3 casi all'anno di flebiti in entrambe le gambe.
Un mese fa è stata trattata la safena gamba dx con il laser ed è andato tutto bene. Ora bisognerebbe intervenire nell'altra gamba, ma mi sono stati messi dei dubbi: possibilità di avere delle recidive e che comunque la safena bisognerebbe conservarla.
Mi può dare un consiglio al riguardo? Il metodo CHIVA e' consigliato?
La ringrazio per l'attenzione.


Buongiorno,
il laser è un metodo di flebodistruzione , lo CHIVA un metodo di conservazione della safena. Ciò che penso del laser è scritto nel sito.
Cordiali saluti.
Prof. Stefano Ermini

Altre vene da togliere dopo 2 stripping

Gentile Prof. Ermini,
sono venuta a conoscenza del metodo "CHIVA" sicuramente molto tardi in quanto sono già stata sottoposta a due interventi di stripping per ambedue le safene. A parere del medico avrei necessità di una ulteriore "flebectomia" su un'altra vena evidente (nonchè dolorante) sul ginocchio sinistro. A suo parere è possibile intervenire in altri modi? Il metodo "CHIVA" sarebbe indicato? Potrebbe indicarmi se qui a Roma esistono medici e ospedali esperti in tal senso? Lei ha occasione di effettuare visite a Roma?
La ringrazio in anticipo per una cortese risposta
Saluti cordiali


Buongiorno,
non visito nella sua città, ma solo nel mio studio a Firenze.
Il problema delle recidive è molto delicato, di certo continuare a distruggere le vene altro non crea che disagi alla circolazione. Cosa fare glielo potrei dire solo dopo un ecocolordoppler dinamico ( cartografia venosa dinamica ), ragionando con i principi CHIVA e cercando di preservare ciò che le èrimasto dopo i due interventi demolitivi. Bisogna capire perchè c'è una vena sul ginocchio. Come può vedere dai filmati che ho in rete non è necessario distruggere una vena per farla sgonfiare e scomparire senza bisogno di toglierla.
Se posso esserle utile per altri quesiti...
Prof. Stefano Ermini

Stripping in un trombofilico: decisione pazzesca!

Egregio Prof. Ermini,
mi chiamo Stefano ed ho 53 anni. Dall’età di 31 anni ho cominciato ad avere ripetute tromboflebiti. Da circa 8 anni mi hanno diagnosticato un problema genetico e cioè sono omozigote per il fattore V Leiden ed eterozigote per l’MTHFR. Ho problemi di varici ( vene varicose) , tromboflebiti superficiali ed anche una ulcera ( come può vedere dall’eco-color-doppler allegato). Circolo venoso profondo pelvio, continente e ben comprimibile senza segni di TVP in atto (anche se anamnesticamente esiste una storia di TVP).
Dal momento della diagnosi sono in trattamento con anticoagulanti orali ed elastocompressione. Vorrei gentilmente un consiglio se con il mio quadro clinico è consigliabile il metodo CHIVA dato che per adesso mi è stata prospettata solo la chirurgia tradizionale e cioè l’asportazione delle safene.
Ringraziando, colgo l’occasione per porgere distinti saluti


Gentile signore,
quello che sto per scriverle è di fondamentale importanza per la sua vita.
Un paziente trombofilico può anche avere una trombosi venosa profonda. In caso di trombosi venosa profonda, cioè di occlusione delle vene profonde, la safena, che è una vena lunga un metro e che parte dal malleolo ed arriva all’inguine, può costituire, indipendentemente dal fatto che le sue valvole funzionino o no, una fondamentale via di ritorno del sangue al cuore.
E’ tutto spiegato in questo video, che la prego gentilmente di diffondere anche a chi le ha proposto di togliere le safene, onde in futuro eviti errori così dannosi per la salute del paziente.
Cordiali saluti
Prof. Stefano Ermini

CHIVA dopo stripping

Gentile Dr. Ermini,
desidero sapere se l'intervento Chiva può essere praticato anche su chi ha già subito il tradizionale intervento chirurgico con stripping della Safena, ed ha visto il ripresentarsi del problema delle varici.
La ringrazio fin d'ora per l'attenzione e la saluto cordialmente


Buongiorno,
Le varici recidive sono un capitolo complesso.
Le consiglio uno specialista che, come me, conosca la chirurgia conservativa e la scleroterapia allo stesso pari. E' dall'esame cartografico ecocolordoppler dinamico che si decide il tipo trattamento adatto alla sua situazione, ma mai c'è l'indicazione ad una nuova asportazione delle vene varicose.
Distinti saluti
Prof. Stefano Ermini
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Stripping dopo trombosi femoro-iliaca , follia pura.

Gentile Professore,
Sono un giovane di 29 anni. Le descrivo in breve la mia storia. Cinque anni fa dopo un allettamento prolungato da lombosciatalgia acuta sinistra ho avuto una trombosi iliaco-femorale SX e cavale inferiore. Lo screening per la trombofilia ha evidenziato mutazione in eterozigosi fattore v Leiden. Attualmente sono ancora in terapia anticoagulante e uso il gambaletto corto. Lo stato clinico attuale è il seguente:
occlusione completa della femorale superficiale e completa pervietà nel resto del circolo venoso superficiale e profondo. La safena esterna inoltre è incontinente ed infatti dietro la coscia ho una varice.
Il mio caro professore che mi segue mi ha detto che dovrò essere sottoposto all'asportazione della safena tra 10-15 anni (informandomi anche che nella chirurgia moderna non si usa più sfilare completamente la vena ma solo il trattto malato). La mia domanda è questa: Perché devo aspettare tutti questi anni? visto che comunque la safena è malata sin da ora e il quadro clinico oramai sembra stabile (Il professore mi ha detto che la femorale superficiale non si aprirà più) non potrei farla ora la safenectomia parziale?
La ringrazio anticipatamente.


Gentile sig.
Se le vene profonde ( iliaca e femorale) sono chiuse, da dove passa adesso il sangue? E’ molto probabile che quella safena che le vogliono togliere sia in questo momento di fondamentale importanza per la sua circolazione. Guardi questo video .

Una variante della TRAP

Gentile Prof. Ermini,
le sto scrivendo a nome di mia mamma, lei ha delle vene alle gambe a giudizio del dottore di lieve entità. Proprio l’altro giorno ha fatto una visita e le è stato proposto “l’ossigeno terapia” che consiste nell’iniettare ossigeno nelle vene “problematiche”. Dal momento che mia mamma non aveva mai sentito parlare di questo tipo di cura, le chiedo se lei mi può dare qualche informazione in più a riguardo, o rinviare a qualche link utile.
La ringrazio fin d’ora e porgo cordiali saluti.


Buongiorno,
Questo tipo di terapia fino ad oggi non mi era nota.
Forse è una variante della TRAP . Cordiali saluti
Prof S.Ermini

Doppia recidiva della piccola safena

Carissimo Prof. Ermini
le sottopongo il caso di mio marito per un suo prezioso consiglio.
Mio marito ha 47 anni, è stato sottoposto 2 anni fa ad un intervento di Crossectomia safeno-poplitea e varicectomia in anestesia loco regionale. Al controllo dopo una settimana è stato visto che si sono formati cavernomi collegati alla safena esterna e la sintomatologia è rimasta uguale se non peggiore. Edema pesantezza gamba tesa. Al controllo da un altro chirurgo vascolare è stato proposto un nuovo intervento al quale mio marito si è sottoposto nel 2007. Diagnosi di dimissione: intervento di re-crossectomia safeno-poplitea, varicectomia di coscia e di gamba, legatura comunicante intersafenica per varici del territorio della piccola safena dell'arto inferiore sinistro in pregresso intervento....
Sono state date tutte le raccomandazioni che lui ha seguito, i primi tempi tutto bene poi di nuovo comparsa dei sintomi iniziali. Al controllo di qualche giorno fa di nuovo comparsa di recidive i famosi cavernomi e il consiglio di un nuovo intervento caratterizzato questa volta da stripping della piccola safena , nel frattempo elastocompressione con calzettoni 15-18 mm.Kg.
Gradirei un suo consiglio scusandomi della mia incapacità di non essere stata più sintetica.
La ringrazio e la saluto


Buongiorno,
Il problema della recidiva è a livello della cross safeno-poplitea che non doveva MAI essere operata. Nel 12% delle cross safeno-poplitee incontinenti si riscontra la presenza di un flusso inverso durante la fase di contrazione muscolare. Questo flusso è spinto dalla forza dei muscoli della gamba, ecco perché dopo il primo intervento già dopo una settimana era presente un cavernoma e perché è recidivato anche la seconda volta. Per vedere questo flusso con l’eco-color-doppler occorre stimolare il flusso non comprimendo e rilasciando l’arto, ma facendo contrarre attivamente la muscolatura al paziente. Dunque vorrei che sia chiaro che la cross safeno-poplitea non la si può chiudere e di conseguenza togliere la safena non fa altro che aggravare ancora di più il problema, perché se non c’è l’asse safenico il sangue che viene dalla cross dove va a finire? Togliere la safena vuol dire riempire tutta la gamba di vene varicose e peggiorare ancora la situazione.
Cordiali saluti
Prof. Stefano Ermini

Domande e Risposte - Parte Seconda

Delusa da un trattamento Laser ai capillari

Buongiorno! Ho una domanda da farle: ieri pomeriggio ho fatto la prima seduta di laser terapia x eliminare i capillari sulle cosce, ho letto che col laser i risultati dovrebbero essere immediati, nel mio caso non è stato così. Innanzitutto è stato doloroso, e poi i capillari ora sono più arrossati e la pelle, la dove c'è il capillare è un pò gonfia. E' una reazione normale?La dottoressa mi ha detto che i risultati si vedranno dopo un mese circa, è vero?Non è che la situazione peggiora?"

Il problema dell'origine e del trattamento dei capillari è alquanto complesso. Secondo la mia esperienza il laser non da risultati efficaci, le teleangectasie tendono a riapparire quasi subito e a volte restano delle piccole cicatrici biancastre.Sul sito nella sezione teleangectasie ci sono delle foto esplicative. Aspetti 1 mese e mi faccia sapere.

Trombosi venosa

Gentile Dottore, buonasera. Le scrivo perchè a mia mamma (età 68 anni) è stata diagnosticata una trombosi alla gamba destra. Si fa punture di eparina da circa 40 giorni ma non vediamo miglioramenti (la prossima settimana ripeteremo l'ecocolordoppler). Ci sono altre cure valide nel caso in cui questa, come temo, non dia i risultati sperati? Ha un bravo collega a….. da segnalarci (altrimenti la porterei la Lei a Firenze)?
Grazie mille


40 giorni di eparina mi sembrano tanti, troppi per una trombosi superficiale ed anche per una trombosi profonda, perchè prevedendo una scoagulazione così duratura conveniva forse passare al Coumadin, che si assume per bocca. A parte queste prime considerazioni, sarebbe utile sapere se si tratta di una trombosi superficiale o profonda e se è stata associata una elastocompressione e di che tipo. Sua mamma è in sovrappeso?
Cordiali saluti Profs.Ermini

Gentile Dottore, grazie per la risposta sollecita. Mia mamma è in forte sovrappeso (115 Kg per 1.60 di altezza) e ultimamente è anche ingrassata perchè con la gamba così non può muoversi (tra l'altro soffre di artrosi e il prof. che la cura non può darle la terapia fino a quando non risolve con la trombosi e quindi muore dai dolori). Non fa niente altro che le punture di eparina, nessun bendaggio. Non so dirle se è superficiale o profonda perchè ho la risposta a casa di mamma ma me lo farò dire al più presto. Venerdi ripeteremi l'ecocolordoppler alla gamba per vedere se ci sono stati miglioramenti. Non abbiamo uno specialista che la cura per la trombosi, cosa ci consiglia? ha qualche nominativo a xxx da segnalarci? Grazie veramente

La trombosi venosa superficiale o profonda che sia non necessita solitamente di immobilizzazione. Comunque mi riscriva dopo aver effettuato il controllo. A ……. conosco il Dr……
Buona giornata

Vene varicose e stripping safenico

Egregio dottore,avrei un quesito da sottoporle:in data xxxx a causa di dolori al polpaccio destro mi sono sottoposta ad una visita presso un chirurgo vascolare.la diagnosi è stata la seguente: vene varicose arto inferiore dx con insufficienza della Crosse e reflusso nella vena safena magna acc.laterale……….A causa del reflusso nel sistema venoso superficiale si consiglia una crossectomia e l'estrazione della vena safena magna acc. laterale altrimenti posso rischiare una flebite.Piochè ho dubbi circa la validità e l'esecuzione ambulatoriale dell'intervento e sui tempi di ripresa per la mia attività lavorativa(commessa , in piedi circa 10 ore al giorno)gradirei un Suo parere riguardo l'intervento e la durata della convalescenza.
Ringrazio anticipatamente per la Sua cortesia e porgo distinti saluti


Buongiorno,
Quello su cui non sono d'accordo è l'estrazione della vena safena, come può vedere leggendo in ordine le pagine del sito, non si cura con un intervento radicale una malattia ereditaria. In altre parole meno si fa e meglio si fa, e non "togliamo tutto così non ci saranno più problemi" come spesso si sente dire. Circa l'ambulatorietà e la ripresa dell'attività lavorativa è possibile che non ci siano problemi, dipende dalla lunghezza della safena che le vorrebbero asportare e dagli ematomi che ci saranno alla fine dell'intervento. La chirurgia che noi pratichiamo non prevede in nessun caso la asportazione della safena. Ci pensi perché una volta tolta non è possibile reimpiantarla.
Distinti saluti.

A 26 anni senza la safena e non sta bene

Buongiorno,
le scrivo in quanto volevo sapere anche da lei un ulteriore parere sul problema che mi affligge da più di una settimana. Io sono un ragazzo di 26 anni e quasi 2 anni fà venivo operato di Varici alla gamba sinistra, il problema è che ho degli indolenzimenti,formicolii,pesantezza, ed inoltre ho riscontrato sotto la caviglia delle venette rotte. Ho fatto un eco-dopler ma non risultava nulla, ma il problema continua.
Fiducioso in un vostro riscontro in merito vi saluto cordialmente.
Grazie


Per quanto riguarda i formicolii e gli indolenzimenti , se è stato fatto uno stripping della safena interna fino alla caviglia, è possibile che sia stato lesionato il nervo safeno. Le lesioni dei nervi perifierici e conseguenti zone dove si percepisce formicolio e c'è mancanza di sensibilità sono pittosto frequenti dopo stripping safenico. La pesantezza penso che sia legata alla mancanza della safena.
Distinti saluti

Grazie per la sua risposta. Le confermo che è stato fatto uno stripping della safena fino alla caviglia,cosa dovrei fare se è stato lesionato il nervo safeno?

Confermi la lesione con una elettromiografia. Come terapia può assumere della vitamina B12, ma di fatto il danno una volta avvenuto non è riparabile.

Scelta della calza elastica in una trombosi venosa profonda

Dopo aver portato per 30 anni il gambaletto elastico di prima cl.( a seguito di trombosi venosa profonda al polpaccio) sono ora costretto al monocollant di prima cl. per i postumi di una recente trombosi alle vene della coscia. Col tempo aumenta il senso di peso e stanchezza alla gamba malata quando sto fermo in piedi. Può essere consigliabile passare alla seconda cl. di compressione? Grazie

Penso che sia utile passare alla seconda classe. La trombosi alla vena della coscia NON è indicazione a portare una calza alla coscia. Indossi il monocollant solo se con il gambaletto avrà un edema ( gonfiore) della coscia. I pazienti che devono realmente portare il monocollant sono molti di meno di quelli a cui viene di solito prescritto. Distinti saluti

Vene varicose operate prima della gravidanza e già recidivate prima della seconda

Spett.Dott. Ermini
mi chiamo Fabiana e ho 33 anni. Una decina di anni fa sono stata sottoposta, causa varice polpaccio dx, ad un intervento di stripping. La situazione sembrava risolta, le vene erano sparite e non ci sono stati effetti collaterali. Circa tre anni fa, le varici sono visibilmente ricomparse, ma senza nessun dolore. Peso 60 kg e sono alta 1,70 mt, pratico moltissimo nuoto . Mi piacerebbe, a breve, pensare ad una gravidanza e così, gentilmente, vorrei un suo parere sul fatto di affrontare una operazione prima o dopo la gravidanza.
Ringrazio in anticipo per la risposta. cordialmente


Gentile signora ... purtroppo per darle un consiglio dovrei visitarla ed effettuare una cartografia eco-color-doppler in modo da definire l'origine della recidiva e di conseguenza consigliarla, anche in relazione alla entità clinica del problema. Gli interventi per varici non sempre devono essere eseguiti prima di una gravidanza , vedi sul sito nella sezione “varici" al capitolo “gravidanza" e la sua recidiva ne è una conferma. Cordiali saluti.
Ermini Stefano

Vene varicose a 32 anni, che fare?

Gentile Dottor Ermini,
desidero anzitutto ringraziarla per le informazioni che mette a disposizione sul suo sito. Ho 32 anni e circa 18 mesi fa ho "avvistato" un gavocciolo (penso si dica così) sulla parte interna della coscia destra Un successivo ecocolordoppler recita: " arto destro: crosse safeno femorale nettamente incontinente al Valsalva con marcato reflusso già in clinostatismo…….Sono stato da due chirurghi vascolari ed entrambi mi hanno lasciato scelta di decidere quando effettuare un intervento chirurgico di stripping. Le mie incertezze per un immediato intervento sono legate soprattutto al rischio che, in seguito, sia costretto a limitare, anche minimamente, l'attività sportiva ,che per me è ragione costante di vita. Insomma, navigo nell'incertezza e per questo mi rivolgo a Lei per una consulenza. La ringrazio fin d'ora per l'attenzione che rivolgerà al mio caso e Le porgo Cordiali Saluti


Buongiorno
Il miglior metodo per trattare le varici è la terapia conservativa emodinamica CHIVA, metodica che deve essere eseguita da chi ne ha veramente esperienza.Io la eseguo da circa 23anni come unico intervento per le varici. Voglio dire che non esistono safene da salvare ed altre da togliere, sono TUTTE da conservare. Lo Stripping, ideato alla Fine del 1800 secondo chi scrive è un intervento degno di Jurassic Park, per giunta senza poi possibilità di correggere l'errore, perché non si può REIMPIANTARE ciò che è stato tolto.Nel sito trova risposta a tutti i suoi quesiti, compreso dei riferimenti scientifici sulla emodinamica CHIVA ed altro ancora. Concludo con un consiglio: Tenga la sua safena
PS: le moderne tecnologie hanno sotituito lo stripping con la demolizione in situ della safena. Oggi la safena può essere lessata con il laser, grigliata con la radiofrequenza, riempita di schiuma, incollata con il superattack ( superglue) , quindi le nuove tecnologie altro non apportano che una serie di ricette di cucina su come trattare la safena ... scusi il modo diretto con cui mi sono espresso..... Buona giornata

Vena varicosa dopo intervento, che fare?

Gentile dr. Ermini,
le scrissi lo scorso Aprile per porle alcuni quesiti sugli accorgimenti da osservare,essendo stato operato per la seconda volta di varici, e la ringrazio ancora per i suoi suggerimenti. Giusto ieri,sono stato a fare una visita di controllo dal chirurgo che mi ha operato; gli ho fatto notare come l'interno-coscia della gamba operata presenti ancora,in certi momenti,tratti di vena visibili. Mi ha detto che probabilmente c'é ancora qualche tratto di varice,anche se di dimensioni molto contenute. Casomai, lui é dell'idea che,qualora in questo frattempo non ci saranno cambiamenti sostanziali, dovrò sottopormi ad una legatura da farsi in ambulatorio con anestesia locale.
Cosa ne pensa?Non sarebbe stato forse meglio sfilare la vena?
Sono soprattutto dubbioso sul fatto dell'intervento ambulatoriale……
Confido nella sua risposta e le porgo i miei migliori saluti


Buongiorno
La sua situazione attuale è evidenziabile solo con eco-color-doppler dinamico che dovrebbe essere eseguito ad ogni controllo dei pazienti operati. Da questo esame si evidenzia il ruolo e/o la causa di una varice residua e la eventuale necessità di un ulteriore trattamento. La visita clinica seguita da una indicazione di trattamento , in assenza di esami strumentali, è una procedura ritenuta dallo scrivente non corretta ai giorni nostri. Questo è il vero problema , e non l'ambulatorietà della procedura. L'importante è fare una diagnosi corretta, capire da ve viene la vena visibile e che ruolo ha nella circolazione, se è solo un problema estetico o anche un problema funzionale, se lei ha esigenze estetiche o disturbi. Da tutto questo si decide cosa fare. Togliere la vena non serve, se si agisce nel punto giusto la vena si collassa da sola. Spero di essere stato chiaro, mi riscriva pure se ce ne è bisogno. Buona giornata

Stripping a 22 anni, orrore !!!!!

Gentilmente vorrei avere informazioni riguardo l'intervento chirurgico che prevede l'asportazione della vena safena. In particolare vorrei sapere se esistono altre soluzioni alternative dal momento che ho letto proprio in questo sito che non sempre i risultati sono soddisfacenti e che esiste la possibilità di utilizzare tecniche che non prevedono l'asportazione dell'intera vena. Posso sapere i pro ed i contro di tale intervento?
Infine vorrei sapere se lei consiglia tale intervento per un ragazzo di 22 anni, ho l'impressione che il medico abbia deciso con un pò di leggerezza di eseguire l'intervento ad entrambe le gambe. Ringrazio per la cortese attenzione


Il miglior metodo per trattare le varici è la terapia conservativa emodinamica CHIVA, metodica di cui si parla abbondantemente nel sito e che deve essere eseguita da chi ne ha veramente esperienza. Lo stripping ideato alla fine del 1800 secondo chi scrive è un intervento degno di Jurassic Park, come anche lo sono tutte le moderne tecnologie che chiudono la safena senza toglierla, come laser, radiofrequenza, superattack etc , per giunta senza poi possibilità di correggere l'errore, perché la safena tolta o seccata non la si può REIMPIANTARE. 22 anni sono veramente pochi per fare un intervento così gravoso. Mi chiedo con quale "scienza" le possa essere stata consigliata una terapia così demolitiva e non risolutiva per una malattia di origine genetica , che peggiora con il tempo e che la accompagnerà per tutta la vita. La sua malattia, la malattia venosa cronica, non guarisce con la demolizione della safena.
Le consiglio di mettere una calza elastica e di non fare niente finchè non sarà visitato da uno specialista che ragiona in questo modo.
Buona giornata

La CHIVA e il parere dei colleghi

Egr. dottore ,
sono un ragazzo di 24 anni a cui hanno diagnosticato la vena safena interna sx incontinente. Volevo chiederle se col metodo CHIVA potrei alleviare eventuali danni futuri (anche estetici). Non presento dolori ma si notano vene sporgenti sul polpaccio sinistro e appena visibili sul destro. Grazie

Caro …….., sei molto giovane ed una scelta sbagliata può condizionare il tuo futuro. Niente terapie demolitive, niente laser ( sbruciacchiamento della safena ) , CHIVA SI MA IN MANI ESPERTE . Un consiglio, consulta vari specialisti e chiedi cosa ti vogliono fare, non basta dire la CHIVA, ti devono dire i punti esatti in cui intervenire e perché .... e non avere fretta, meglio aspettare un po' e fare la scelta giusta che precipitare e fare la scelta sbagliata. Purtroppo come avrai capito su questa materia non c'è accordo.
Il mio detto è : MENO SI FA' , MEGLIO SI FA'...
Un saluto
Egr. Dottore,
Le avevo scritto ancora in giugno descrivendole il mio problema (veda email qui sotto). Seguendo il suo consiglio ho consultato vari specialisti e come risultato una confusione totale : chi dice metodo CHIVA , chi lo esclude per l'alto numero di recidive (cito testualmente), chi laser ecc .. ecc.. Penso che il mio problema sia di origine ereditaria, visto che da parte materna soffro tutti di vene varicose (mia madre è stata operata con rimozione di entrambe le safene all'età di 32 , prima le varici le erano comparse già verso i 24 anni seguite da una flebite in gravidanza).
Le chiedo quali devono essere i requisiti per effettuare l'intervento CHIVA ……


Buongiorno,
La CHIVA si può fare in tutti i casi di vene varicose ed ha indicazioni anche in situazioni in cui non si possono fare le altre tecniche demolitive, Laser incluso. Il metodo CHIVA da buoni risultati solo se eseguito correttamente ed in mani esperte. Il primo problema è scegliere il tipo di intervento, dopo aver scelto la CHIVA il secondo problema è scegliere un buon centro. Non mi meraviglio dei pareri negativi dei pazienti, la CHIVA è come la volpe e l'uva, chi la critica non la sa fare. Se legge sul WEB la definizione di medicina basata sulle evidenze vedrà che la validità di un intervento deriva dagli studi clinici prospettici randomizzati di evidenza scientifica A e non dal parere dei singoli, anche se grandi professori, percè contaminati da interessi privati.


Flebite di collaterali safeniche, si può fare la CHIVA?

Gent.mo Dott. Ermini,
con la presente Le vorrei sottoporre la situazione attuale della sig.a …… (mia madre):
A SINISTRA
Presenza di reflusso a livello dell'ostio safeno-femorale. La vena grande safena appare svalvolata e dilatata lungo tutto il decorso. Si segnala varicoflebite di collaterali della safena a livelli del III medio-III inferiore da gamba. Ostio safeno-popliteo indenne. Dopo detta diagnosi è stato consigliato il ricovero per intervento di safenectomia radicale. Ben due dottori hanno dato medesimo parere riguardo l'intervento. Dal Suo sito deduco che grazie all'intervento CHIVA l'operazione a cui dovrebbe essere sottoposta mia madre potrebbe essere evitato....sbaglio? Mi rendo conto che sia difficile fare una valutazione approfondita basandosi esclusivamente su questi pochi dati, nel caso in cui l'intervento sia evitabile (è lo scopo di questa richiesta) mi faccia sapere in quale struttura sanitaria Lei opera. La ringrazio anticipatamente e resto in attesa di una Sua cortese risposta.


Buongiorno,
Non eseguo più safenectomie o demolizioni con il laser da 24 anni.
Le referenze scientifiche relative all' intervento CHIVA ed il mio curriculum sono sul sito. Se ha pazienza di leggere sul sito il capitolo sulle vene varicose dall' inizio troverà risposte a molti quesiti ( dove va il sangue dopo aver tolto la safena ? togliere la safena può guarire una malattia di origine genetica? Come mai in alcuni pazienti safenectomizzati le vene devono essere tolte di nuovo? come e perché una volta tolte si sono riformate? Perchè la CHIVA non è diffusa ? ..... Certo che si può fare anche nel caso di sua madre. La CHIVA è un modo di curare tutte le problematiche venose degli arti inferiori senza togliere chirurgicamente o seccare con il laser le vene. Se una vena collaterale è trombizzata abbiamo due opzioni , aspettare che si ricanalizzi o intervenire con la sola deconnessione. Anche per i fautori della distruzione, se una collaterale è trombizzata non può essere trattata.
Cordiali saluti

Laser capillari, dolore e risultati dubbi

Buongiorno!
Ho una domanda da farle: ieri pomeriggio ho fatto la prima seduta di laser terapia x eliminare i capillari sulle cosce, ho letto che col laser i risultati dovrebbero essere immediati, nel mio caso non è stato così. Innanzitutto è stato DOLOROSO, e poi i capillari ora sono più arrossati e la pelle, la dove c'è il capillare è un pò gonfia. E' una reazione normale?La dottoressa mi ha detto che i risultati si vedranno dopo un mese circa, è vero? Non è che la situazione peggiora? La ringrazio in anticipo, e spero che riesca a chiarire i miei dubbi.


Il problema dell'origine e del trattamento dei capillari è alquanto complesso. Secondo la mia esperienza il laser non da risultati efficaci, le teleangectasie tendono a riapparire quasi subito e a volte restano delle piccole cicatrici biancastre. Sul sito nella sezione teleangectasie ci sono delle foto esplicative. Aspetti mese e mi faccia sapere.

A 30 anni senza safene e con le vene varicose recidivate

Salve, sono una ragazza di 30 anni di mantova.
Siccome ho già subito due safectomie e in teoria dovrei essere operata per la terza volta, vorrei saperne di più sul trattamento con il laser e magari un centro vicino a ……. dove poterlo fare
grazie

Gentile signora,
lei è sul binario sbagliato, perché non solo il laser non è una innovazione, in quanto cura le varici sbruciacchiando le safene, ma anche perché non avendo più le safene lei non è curabile con questa " innovazione" . Le consiglio di rivolgersi ad un esperto emodinamista e di leggere meglio il contenuto del sito a proposito delle varici. E' possibile curare una malattia senza fare una corretta diagnosi? E' possibile curare un apparato senza sapere come funziona? E' quello che accade sulle vene varicose , chi toglie brucia o secca le safene non sa a cosa servono e come funziona il sistema venoso. Faccia attenzione alle sue scelte, perchè lei rischia di arrivare a 40 anni con le gambe di un ottantenne.
Distinti saluti


I dubbi di un medico sulla demolizione safenica

Egrego Dr. Ermini,
sono un collega di Roma e devo far operare mia sorella per delle vene varicose con incontinenza bilaterale delle safene. mia sorella ha avuto due episodi di tromboflebite superficiale alla gamba sinistra. ha 53 anni e non ha avuto gravidanze , non è in sovrappeso. Anche se non sono un chirurgo vascolare mi sono reso conto che vi è un contrasto tra chi propone a Chiva e chi propone la sefenectomia con lo stripping o il laser endovascolare. La scelta non è facile e mi immagino che da anni gli adddetti ai lavori si accapiglino per propugnare l'una o l'altra tecnica.
Le sarei grato se vorrà dedicarmi un po' del suo tempo indicandomi se vi sono delle indicazioni dove la Chiva è particolarmente indicata e le percentuali di successo sul medio e lungo termine. Infine una domanda sul perchè lei è così favorevole ad un intervento che comporta dei tempi operatori così lunghi rispetto allo stripping che si effettua in molto meno tempo.
Grazie


Non è facile trasmettere 23 anni di esperienza CHIVA , di entusiasmi e di soddisfazioni che questa metodica mi ha regalato in 2 righe.
1) CHIVA trova indicazione in tutte le varici safeniche e ci solo alcune esclusioni per le varici non safeniche , in cui è da preferire la scleroterapia perchè il punto di origine non è chirurgicamente aggredibile.
2) chi seleziona i casi non sa fare la CHIVA che ha indicazioni anche in situazioni complesse come le angiodisplasie.
3) chi fa CHIVA non farebbe mai uno stripping, che viene visto come una inutile mutilazione della Jurassic Park Phlebology ( lo stripping risale alla fine dell'800 quando non c'erano gli ecodoppler !!!!)
4) chi ha detto che i tempi sono lunghi? è falso, un intervento CHIVA dura in media 25-30 minuti, come dimostra uno dei video presenti sul sito.
5) le discussioni nei congressi non ci sono più perché il livello culturale di chi fa stripping non gli consente di discutere con chi fa emodinamica , cioè CHIVA. Se vuoi accertartene vieni a ……………… dove si farà in diretta l'esame di un varicoso e relativa discussione.
6) leggi bene il sito, le varici sono il sintomo e non la malattia , vedi esempio dei denti cariati. la asportazione della safena non cura la malattia, dunque è logico applicare alle varici le regole della chirurgia oncologica? o è solo una inutile mutilazione che espone il pz nel corso della sua vita a reiterati gesti demolitivi?
7) attenzione, nessuno può reimpiantare una safena tolta o sbruciacchiata dal laser
8) i risultati della cura CHIVA sono pubblicati su Ann. Vascular Surgery, capitoli ne trovi sul Trattato Italiano di Flebologia - UTET o su Chirurgia delle vene e dei Linfatici - Masson , a firma del sottoscritto e di altri colleghi e su una review della Cochrane Library.
Un saluto

Meglio la Stripping o il Laser?

Tramite l'ECO-DOPPLER è stato diagnosticato quanto segue:
", A DESTRA NCONTINENZA OSTINALE E TRONCULARE DELLA SAFENA INTERNA, INCONTINENZA DI PERFORANTE DI COSCIA III MEDIO E DI GAMBA III INFERIORE, FLEBECTASIA ANTERIORE. E' stato consigliato l'intervento alla gamba destra o in alternativa il trattamento Laser, ma considerando che mio marito ha 38 anni, vorrei sapere se l'intervento risolve definitivamente il problema e quale tecnica preferire.
La ringrazio anticipatamente


Se l'intervento a cui si riferisce è quello di asportare la safena rischia anche di aggravare il problema. Il trattamento Laser ha risultati simili a quelli dello stripping, la vena non viene asportata ma lessata in situ e può col tempo riaprirsi. Lo stripping , paragonato al Laser, anche se è molto più cruento ha risulatati superiori. Ciò che però da i risultati migliori a distanza nel trattamento delle varici è la CHIVA. Ciò emerge da studi scientifici di evidenza A che sono superiori al parere di ogni singolo esperto.
Distinti saluti

Vene varicose e gravidanza

Mi chiamo Martina, ho 26 anni e da circa 2-3 anni ho una varice!!! Incredibile ma vero.E' comparsa in seguito a dei trattamenti estetici "a caldo" (si, lo so,ho fatto una stupidaggine!). La varice è sulla gamba sinistra parte da metà coscia e ormai arriva fino al polpaccio,d'estate o quando sono affaticata appare in rilievo fino al lato del ginocchio.
So perfettamente cosa devo fare per evitare problemi circolatori, il tipo di attività fisica che devo svolgere etc.,quello che vorrei chiederle è se crede che operarmi sia l'unica soluzione.Cosa succede al sistema venoso dopo un'operazione di questo tipo? Possibile che si ripresenti presto il problema? Vorrei tanto avere presto una gravidanza serena,sarà possibile? La ringrazio per l'attenzione, buon lavoro.
Cordiali saluti

E' probabile che la sua vene fosse già presente prima del trattamento estetico e che questo sia stato solo l'effetto della classica goccia in un vaso pieno. Circa le gravidanze generalmente consiglio di intervenire dopo, anche la decisione dipende anche dalla clinica e dal pattern emodinamico che si evidenzia con una cartografia venosa dinamica. Trova sul sito ulteriori informazioni.

Intervento si, intervento no !?

Egregio dr.
le sottopongo il mio caso : da circa un anno si e' presenta sulla gamba destra una vena leggermente gonfia e di colore viola , partendo dall'inguine fino alla caviglia , in modo particolare piu' visibile nella zona del ginocchio . come disturbi ho saltuariamente dolore lieve quando carico la gamba col peso e un frequente pizzichio . mi sono rivolto a due specialisti in angiologia i quali mi hanno dato risposte discordanti ! uno mi ha consigliato , nonostante il buon flusso di sangue e i non rilevanti disturbi , di toglierla al piu' presto data la mia giovane eta' ( ho 32 anni ) . il secondo dopo ben tre ecodoppler ha escluso per il momento l'intervento, dato il fatto che la situazione non e' compromessa ! la mia domanda e' .: devo fare l'intervento subito o posso aspettare qualche anno ? se aspetto vado incontro a quali rischi concreti ? se provassi la chiva avrei buoni risultati ? nel ringraziarla le porgo i miei cordiali saluti


Gent.mo sig. ……..
le varici sono ereditarie , dunque la causa che le fatte venire non è curabile. Quindi togliere le vene non risolve il problema delle varici, un po' come togliere un dente solo perché è cariato non fa guarire tutti gli altri denti dalle carie. Lasciare la vena al suo posto la porterà ad un progressivo peggioramento, e come per una carie dentarie, curarla sarà sempre più difficile.
La CHIVA è un intervento che non è standard ed i suoi risultati sono legati all'esperienza dell'operatore, che deve essere ecodopplerista e chirurgo. Dunque diffidi da chi le dice che i suoi risultati non sono buoni. Questa metodica, suffragata da importanti studi scientifici internazionali, ed oggetto di un corso universitario di insegnamento di cui io faccio parte come docente, viene da me praticata da 23 anni.
Stia attento anche a chi le proporrà un trattamento laser: alla tecnologia che questa parola fa suscitare , io potrei opporle che funziona abbrustolendo la vena dall'interno.
Tutto questo nel sito sito c'è scritto con maggiori dettagli, ma mi rendo conto che essendo troppo vasto ( oltre 100 pagine) non è sempre facile trovare le proprie risposte, Per questo e poichè ritengo lo " stripping " della safena una autentica mutilazione degna di Jurassic Park , cerco di dissuadere tutti dal farsi togliere la safena. Se ha bisogno di chiarimenti riscriva pure o se vuole chiami in studio, a molte domande potrà risponderle anche la mia segretaria e se non sono impegnato sarò lieto di parlare con lei. Distinti saluti

2 medici per i capillari, pessimo risultato

Buongiorno, da qualche anno soffro ci piccoli capillari sull'interno coscia, sono andata da un medico per trattarli con il laser e mi ha detto che prima di tutto dovevo fare un ecodoppler, poi, da un suo collega ( 2° medico) farmi chiudere le vene piu' grandi responsabili di alimentare i piccoli capillari,e successivamente potevo fare il laser.
Ho fatto questo procedimento solo che invece di risolvere mi sono scoppiati grossi gruppi di capillari in prossimita' della chiusura delle vene. il 2° medico mi ha iniettato l'xxxxxxx per chiudere le vene grandi, ma mi si sono formati dei grumi e in prossimita' si sono formati dei gruppi di capillari. in pratica la mia situazione e' notevolmente peggiorata vorrei sapere se puo' succedere e sarebbe capitati, oppure e' una sua responsabilita', se tornare per cercare di risolvere oppure cambiare medico ed eventualmente richiamarlo ai danni


RISPOSTA NON TROVATA ( nota: il problema è nella diagnostica ) La ringrazio infinitamente per la Sua risposta e ha, ovviamente, il mio consenso a parlare del mio caso in trasmissione. Dietro Suo consiglio mi rivolgero ad un flebologo per cercare di riparare i danni, forse e preferibile andare dopo l'estate visto che on il caldo e il sole e sconsigliata la terapia sclerosante. GRAZIE DI NUOVO E BUON LAVORO! Saluti da Silvia.

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