Prof. Stefano Ermini

Prof Ermini Mi sono laureato in Medicina e Chirurgia nel 1981, nel 1986 mi sono specializzato in chirurgia. Dal 1985 è cominciato il mio interesse per la Flebologia, e nei primi anni in particolare mi interessavo alle metodiche di stripping meno traumatiche e alla scleroterapia. Nel 1987 ho effettuato uno stage a Parigi nello studio del Prof. Pierre Wallois ed all’Ospedale Notre Dame de Bon Secures per perfezionarmi sulla scleroterapia. Nel 1988 incontrai ad un convegno Claude Franceschi, padre della metodica CHIVA, ed iniziai a frequentare il suo centro a Parigi per imparare questa metodica. Negli anni successivi ci sono andato una o due volte al mese. Nel 1990 ho iniziato ad effettuare i primi interventi emodinamici e nel 1991 ho fatto il mio ultimo stripping. Negli stessi anni ho messo a punto e pubblicato fra i primi al mondo la tecnica della scleroterapia ecoguidata, che però ho sempre praticato in casi selezionati in cui non c’era indicazione ad un trattamento CHIVA . Nel 1995 sono stato nominato Professore a Contratto all’Università di Siena e da allora ho avuto altri incarichi di insegnamento Universitario, non solo a Siena , ma anche a Perugia ed in ultimo all’Università di Camerino. La mia attività scientifica, congressuale e didattica, in Italia ed all’estero nei congressi in lingua Inglese ed in Francese, è molto intensa, come si deduce dal curriculum esteso.

Le vene Varicose: Un po’ di storia e qualche considerazione

aulo cornelio celso

Anche se le origini di questa affezione si sfumano nella leggenda, la malattia venosa sembra essere sempre esistita. Ne ritroviamo tracce anche nelle incisioni rupestri e sulle pareti delle caverne e già nella Bibbia si narra che il profeta Isaia guarì il Re Ezechiele di un ulcera alla gamba. All’ epoca dell’ antica Roma , pur non avendo alcuna concezione scientifica sulla circolazione, Aulo Cornelio Celso (14 a.c.-37d.c.) descrive alcuni rudimentali principi di terapia delle vene varicose. Incisa la cute la vena veniva isolata e legata oppure causticata. Si può dire che Aulo Cornelio Celso sia stato 2000 anni fa il precursore concettuale del Laser. La nuova era si può dire inizia dopo il 1500 , con la scoperta della direzione del flusso nelle arterie e nelle vene e con la scoperta nel 1603, da parte di Fabrici di Acquapendente, delle valvole venose. Il primo stripping fu effettuato da Salozyel , cocchiere di Luigi XV , che operava le vene varicose dei cavalli con risultati per allora incoraggianti. Dalla fine dell’ottocento fino ad oggi, vari strumenti sono stati inventati per estirpare la safena ( dallo stripper di Babcock a quello di Fisher agli uncini di Muller ) , strumenti utili per rendere l’intervento meno traumatico e con cicatrici sempre più piccole. Il progresso, quindi, per anni si è limitato a migliorare l’esecuzione tecnica della asportazione delle varici, senza modificarne però la logica, e cioè continuando a curare le varici togliendole. Dall’inizio degli anni 80 l’ecodoppler ci ha permesso di studiare l’anatomia e la fisiopatologia del sistema venoso. Da questi studi Claude Franceschi nel 1988 ha proposto un tipo di intervento, la cura CHIVA, che ha come logica quella di conservare le vene e non di toglierle. Ciò non esclude le nuove tecnologie chirurgiche , ma in un’ottica completamente diversa e con una importanza secondaria . Questa metodica, supportata anche da importanti studi sulla circolazione venosa, ha determinato una svolta terapeutica importante nel trattamento delle varici, spostando l’attenzione dal “come toglierle“ a “come conservarle”. Nonostante siano ormai passati 25 anni dalla sua presentazione al mondo scientifico, e nonostante i suoi risultati siano superiori a tutte le altre metodiche come risulta da 4 RCTs e da una Review della Cochrane Library, la CHIVA non è ancora diffusa come dovrebbe.